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3/3/24 - III Domenica di Quaresima anno B


Oggi la Parola che ci convoca in assemblea, e che chiede conversione, scende sin nel profondo della coscienza per ricordarci che Dio a differenza degli altri esseri viventi ci ha creati liberi e là dove siamo certi della nostra libertà denuncia la nostra schiavitù e dipendenza da una falsa libertà: liberi di… Ma in realtà non liberi "da": dalla nostra istintività divenuta norma, dai tanti fallimenti anticipo della morte, dal peccato che tale resta anche se definito "diversità" al seguito della morale (meglio così che… La morale dell'utile…). E, la Parola ci chiede di essere liberi "per".
Le 10 parole, la costituzione, la legge che Dio affida a Mosé perché il popolo liberato rimanga libero nella Terra che sta per dare, così deve essere interpretata e vissuta. Le prime 3 parole segnano il libero rapporto con Dio per non ridurlo a idolo e se stessi a idolatri di falsi assoluti. Un rapporto in cui Dio non è la proiezione del mio io fino a farlo corrispondere. È l'Altro di cui ho bisogno per crescere. È Signore del Tempo e sarò libero quando rispetterò il tempo, il giorno del nostro rapporto che non aumenta la sua gloria ma la mia salvezza. E via nelle altre 7 parole per sentirci liberi fino nel profondo di chi e dove siamo stati generati, liberi nell'amore alla vita, alla persona non ridotta a cosa, al rispetto dell'altro e dei suoi diritti, liberi e perciò franchi, non dipendenti dal desiderio ma liberi di proiettarsi sempre più in grande.
Per Gesù il fondamento della libertà è il tempio, luogo e tempo in cui si rivela, mostra e comunica e noi schiavi delle nostre paure possiamo renderlo "mercato", riportare la religione alla religione dell'interesse, della convenienza, dell'ipoteca sullo stesso Dio dimenticando di essere fatti per amare gratuitamente e il rapporto con Dio è fonte di ogni gratuità, unica valenza che ci rende simili a Dio, alla sua libertà e non necessità di essere amore.
Ha ragione San Paolo quando ai primi cristiani dice che "la stoltezza", la debolezza di Dio, secondo i nostri parametri da convertire, è "più forte degli uomini", è "più sapiente" di quella che noi chiamiamo "esperienza" degli uomini che ci porta a rinchiuderci nel nostro "io", nelle nostre solitudini armate e contundenti, nella religiosità del contagocce, del minimo per paura: "non credo ma… prevengo", del mercato normato dall'occhio avido dell'avaro.
Lasciamoci convertire. Nella Pasqua Cristo ci libera perché liberati ci aiutiamo a lasciar cadere le catene di vecchie schiavitù e di illusioni di essere liberi quando siamo schiavi di noi stessi.

3/3/24

Letture: Es 20,1-17; Sal.18; 1 Cor 1,22-25; Gv 2,13-25


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don Ezio Stermieri
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