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17/3/24 - V Domenica di Quaresima anno B


"Vogliamo vedere Gesù". Così l'evangelista Giovanni ci introduce all'ascolto della pagina odierna della Parola. Si tratta di alcuni greci, pagani dunque, che a Filippo rivolgono la domanda. "Vedere". È svelato qualcosa di più di una curiosità. Proprio come per noi il vedere certi volti che appagano un'attrazione, esercitano un fascino, l'attesa di risposte che salgono dal profondo. Filippo consulta Andrea ed insieme "andarono a dirlo a Gesù". La risposta di Gesù è sconvolgente; l'occasione per svelare se stesso e la sua missione, l'ora, dice il Vangelo, che "il Figlio dell'uomo sia glorificato", dica veramente chi è attraverso una immagine nella quale anche noi possiamo rispecchiare noi stessi. "Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto". Nella risposta di Gesù dunque è svelato il perché dell'incarnazione, della missione, della morte e risurrezione imminente nella vita di Gesù. Ed è svelato anche il mistero della nostra vita, l'enigma della nostra morte per diventare spiga che nutre la vita di quanti ci sono stati compagni di viaggio nell'esistenza. Sono anche svelate in profondità le tante cadute a terra negli anni perché non sono le nostre capacità ma gli sforzi per uscire dal limite che diventano esperienza trasmessa di vita. La morte diventa la mietitura, la vendemmia dice altrove la Bibbia, della nostra esistenza, il diventare anche noi eucaristia con Cristo: uniti a Lui nel morire per condividere con Lui la festa dello "stare" con Lui del quale abbiamo cercato il vederlo.
La sua diventa la nostra ragione del vivere: "Quando sarò innalzato da terra attirò tutti a me". Diceva questo per indicare la portata della sua e nostra morte. Proprio come predicava Geremia (prima lettura) guardando e vedendo da lontano la venuta del Messia: "Parola del Signore: tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande".
La vita cristiana diventa così un vivere Cristo proprio come la lettera agli Ebrei annotava in quel primo manuale della vita cristiana: "Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza (andare nel profondo dell'ascolto, divenuto vita!) da ciò che patì (da Figlio a chicco di grano!) e reso perfetto (e non c'è altra perfezione, realizzazione riuscita della vita) divenne causa di salvezza eterna per tutti quelli che gli obbediscono".
È ormai alle porte di questo anno la Pasqua, il passaggio del Signore nella nostra vita di piccoli chicchi di grano con tanta paura dell'essere sotterrati, alla fine e in tanti frangenti della vita. Non diciamo qualche volta: sono a terra? Con il suo passaggio e passando con Lui, la nostra vita diventa spiga che nutre, fa crescere, rappacificata ed insegna. E il breve o lungo che sia il nostro pellegrinaggio, cadere nel campo (agros!) di Dio è aprirsi alla festa del raccolto.

17/3/24

Letture: Ger 31,31-34; Sal.50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33


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don Ezio Stermieri
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