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30/3/24 - Sabato Santo - "in Resurrectione Domini", anno B


Veglia Pasquale

Dell'unico dramma in tre atti, quando nella Cena Pasquale Gesù, spezzando il pane, consegna se stesso per il nostro riscatto e pone l'inizio del nostro essere sua Chiesa, popolo della sua conquista, e quando (secondo atto) elevato da terra sulla Croce attira a sé al piolo che Dio ha conficcato nella storia come spazio e tempo di redenzione, in questo terzo atto, coinvolti nel suo destino, come in un solo sguardo vediamo che tutto: storia, umanità, presente e futuro converge su di Lui, il Risorto.
Abbiamo ascoltato, alla luce del fuoco nuovo che è Egli stesso, i punti salienti della storia dell'uomo di cui la storia della prima alleanza è segno e rimando. Perfino il peccato, il tradimento, la lontananza assetata e affamata dell'uomo è trama della storia della fedeltà di Dio verso il suo compimento nella vittoria sulla morte, sull'istintività divenuta legge, sulla presunzione insidiante ogni uomo di poter fare a meno di Dio sotterrando se stesso nel fallimento del suo vivere personale e sociale.
Il fuoco lascia il posto all'acqua che lavando ci restituisce a noi stessi: ad immagine di Dio, capaci di amore gratuito, di fedeltà nell'amore, di eroismo quando la vita ci chiede di non rinnegare noi stessi, uomini e donne capaci di fede in ciò che Dio ha sognato mettendoci al mondo. Capaci di fiducia in Lui e tra di noi, capaci di amicizia e confidenza, capaci di trasmettere il dono che ha reso ciascuno unico e relazionale.
L'acqua lascia spazio al Pane che è Lui Risorto capace ancora oggi con il suo Spirito di convocarci alla sua Mensa e a partire di qui dire le con la vita: è Risorto! Si è fatto incontrare, l'abbiamo visto e lo cerchiamo sul volto di ogni uomo nella Galilea di ogni giorno. Lasciamoci attrarre alla tomba vuota con la domanda fondamentale: chi leverà la pietra sul nostro morire? Guardiamo e udiamo: più che qui ci attende: là! Nella vita, nella disperazione delle guerre, negli odi fratricidi, ma anche nel lavoro e fatica di ogni giorno, nelle speranze e nelle gioie: là lo vedrete, lo sperimenterete come principio attivo di risurrezione. Anche oggi, anche ora Egli "passa" e la Pasqua, il passaggio, per sperare, costruire, amare, gioire nel fare e non disperare.
Davvero Cristo è risorto! È il saluto dei cristiani di oriente che deve e può diventare il saluto reciproco anche di noi, di un Occidente, di un'ombra che si distende sulla nostra civiltà e che invoca un'aurora, un sole che sorge, una luce che illumini e riscaldi, bruci ansie e paure. Abbiamo bisogno che la Chiesa lo annunci: "È risorto come aveva detto". E la risposta sarà corale e gioiosa: Alleluia!

30/3/24

Letture: Gen 1,1–2,2; Sal. 32; Es 14,15–15,1; Es 15,1b-6.17-18; Is 55,1-11; Is 12,2-6; Rm 6,3-11; Sal. 117; M


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don Ezio Stermieri
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