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7/4/24 - II Domenica di Pasqua, anno B


La tradizione ci consegna questa 2a domenica di Pasqua come domenica in Albis in riferimento ai battezzati la notte di Pasqua e otto giorni dopo in festa nella comunità cristiana.
E la parola ascoltata si apre secondo il dettato degli Atti proprio su "coloro che erano diventati credenti": una moltitudine che pone in risalto quanto attraente sia la Parola-Vangelo che salva in piena risposta alla domanda dell'uomo sul senso, il valore, l'orizzonte della propria esistenza.
Quella comunità di credenti aveva un'anima, uno spirito che era oltre il dato sociale: la comunione trinitaria: aveva un cuor solo e un'anima sola: lo Spirito del Risorto. Annota ancora Luca, estensore degli Atti, che si nutrivano quei primi cristiani della testimonianza degli Apostoli sulla risurrezione del Signore Gesù. E tutti godevano di grande favore. Diventare cristiani era diventare un esempio di vita non divisivo ma unitivo della società.
Il Vangelo di Giovanni poi ci svela da dove, da che cosa e da chi era alimentata quella novità di vita che poco dopo sarà chiamata "cristiana" perché conformazione a Cristo. Si tratta del primo giorno della settimana (il Soledì) che i cristiani chiameranno: domenica, Dies Domini.
Di otto giorni in otto giorni è il Risorto che "viene" in mezzo ai credenti: riunisce, parla, si comunica, attende i tanti Tommaso che non si accontentano di un credere vago, ideologico, per sentito dire: vogliono vedere, toccare, fare esperienza. E proprio Tommaso riassume la fede di tutti: "Mio Signore e mio Dio!".
Dal momento identitario della Chiesa attorno e davanti a Cristo nascerà la coscienza, la ragione, il compito del proprio essere nel mondo e perché il mondo creda (non in noi) in Lui.
"Chiunque è stato generato da Dio – dice Giovanni – vince il mondo", quello che non crede che nel proprio "io", "e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede". Chi non ha fede è bloccato nel presente che vede e misura ma non trae sapienza dal passato e non ha parole di speranza per il futuro. La fede coglie le pietre miliari di salvezza di Dio nella storia. Sa di essere convocato per un presente da costruire, sa di andare verso il compimento che è la vita in Dio per sempre. "Ed è lo Spirito che dà testimonianza perché lo Spirito è la verità". Non siamo più mortali ma viventi in Cristo, per Lui e con Lui.

7/4/24

Letture: At 4,32-35; Sal.117; 1 Gv 5,1-6; Gv 20,19-31


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don Ezio Stermieri
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