PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

4/9/16 - XXIII Domenica t.o. anno C


"Una folla numerosa andava con Gesù". Prepariamoci dunque ad un insegnamento che vale per i pochi o tanti discepoli. Il discorso di Gesù vale per tutti ed è dunque inerente alla vita stessa. Per salvare la vita bisogna aver messo ordine, una gerarchia negli affetti perché se uno ama qualcosa o qualcuno e ne fa un assoluto quando è evidente che è relativo – da porre in relazione con l'Assoluto che è Dio e Gesù lo dice di sé perché è Lui che ci riapre all'Assoluto – è destinato alla disperazione se la vita si prende il coniuge, il figlio, il genitore. Poi, per seguire Cristo, non bisogna sperare o illudersi che Egli ci sottragga alla croce di noi stessi, dell'esistenza, del prossimo. Egli ci dà l'esempio, il coraggio, la forza di portare la croce, non ce la toglie. Non manca di farci capire come la stessa croce sia stata a tanti livelli importante, forse indispensabile per capire.
Globalmente parlando la visione che Gesù ha della vita è di una costruzione dove bisogna saper bene misurare le proprie forze, possibilità per non cadere nel ridicolo fallimento. È di una guerra contro un nemico che nasce dal di dentro, ci viene incontro dalle situazioni esistenziali. Anche qui non basta la tattica di ogni giorno, mettere la testa sotto la sabbia, non pensarci... Per non fallire l'esistenza e perdere la guerra ci vuole una strategia, essere stati educati a resistere al logoramento, alla fiducia di essere più forti di ogni prova, il sapere che non siamo soli: Dio è alleato!
Ancora. Bisogna essere accorti di non fare di ciò che è "mezzo" per la qualità della vita: l'avere, il potere, il sapere, la reciprocità… un assoluto: “Chi non rinuncia ai suoi averi”…! Noi non valiamo per ciò che abbiamo ma per chi siamo, per come Dio ci ha arricchiti con le nostre specifiche qualità.
Per essere cristiani ci vuole dunque uno spirito che da soli non possiamo darci; dobbiamo aprirci: "Chi avrebbe conosciuto il tuo volere se tu non gli avessi dato la sapienza e dall'alto non gli avessi inviato il tuo Santo Spirito". Non siamo fatti di sola soggettività.
Allora siamo pronti per amare gratuitamente, per accogliere al di là del calcolo di convenienza, di guardare la realtà dall'oltre della nostra soggettività. È quanto Paolo, ormai vecchio e prigioniero, chiede a Filemone di fare nei confronti di Onesimo che a sua volta è stato causa di difficoltà e sofferenza. Ma anche i nodi più ingarbugliati dell'esistenza guardati dal punto di vista dell'Unico Assoluto si sciolgono. Niente e nessuno nella vita diventa più importante di chi giorno per giorno ci dà lo Spirito che vince il male e ci fa capaci di bene.
4/9/16

Letture: Sap 9,13-18; Sal. 89; Fm 1,9-10.12-17; Lc 14,25-33


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie