PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

13/11/16 - XXXIII Domenica t.o. anno C


Festa della Chiesa locale

La liturgia di questa penultima domenica dell'Anno Liturgico vuol essere un Rendimento di Grazie a Cristo perché ci ha scelti, chiamati, convocati per essere sua Chiesa: spazio e tempo in cui risuona il Vangelo, in cui la presenza del Risorto comunica se stesso nei Sacramenti, tempo dedicato alla gratuità: servizio, carità che partendo da chi fa fatica eleva il mondo intero umanizzandolo sulla misura e la statura di Cristo.
Eppure la Parola ascoltata sembra preoccupata di metterci, in primo luogo, in guardia da certe tentazioni proprio come Chiesa. La presunzione di sostituirci a Cristo: "Mentre alcuni parlavano del tempio" Gesù afferma: "non sarà lasciata pietra su pietra ". I cristiani hanno il pensiero di Cristo che lo Spirito rende vivo ed attuale in ogni "oggi" della storia ma non siamo Cristo. Di noi, mezzo di salvezza, non resterà che l'amore investito nell'essere in riferimento a Cristo e nel renderlo contemporaneo senza nostalgia del passato e fuga nel futuro lasciando indietro, nella fretta, l'essenziale.
Ancora. Il confondere Cristo con altri maestri che presumono di leggere i tempi che viviamo come catastrofici per indurre all'ignavia o su misura del proprio egoismo in nome di presunte, inesistenti libertà di essere artefici della propria fortuna: "Badate di non lasciarvi ingannare!". C'è un solo modo per i cristiani di essere testimoni di Cristo: la fedeltà, la pazienza, l'impegno in questo mondo così com'è lasciando trasparire la fedeltà, la pazienza, la misericordia di Dio: "Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita".
È anche per noi la promessa all'antico Israele che aveva messo nella sua cultura la speranza: "Per voi, che avete timore (è dunque superata la tentazione dell'autosufficienza e la paura di un dio infido) del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia". Questo "sole" è sorto anche se talvolta le nuvole sembrano oscurarlo.
Anche se il freddo delle guerre, dell'odio, del male gratuito sembra precipitare l'umanità nel buio dell'intelligenza, della civiltà, dell'umanesimo come bene commenta Paolo: "Sentiamo che alcuni vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione". La strada della Chiesa che diventa vita in ogni comunità è fatica nell'educare, individuando modelli realizzati a non sprecare la vita, lavorando, non senza fatica, a costruire il bene comune. Questa Chiesa diventa palestra a dar forma di cristiano ad ogni uomo: capace di alcuni sì e alcuni no, forte verso le insidie del male, impegnato a raggiungere la statura di Cristo, ad essere – dice Paolo – profumo, fragranza di Lui. Ciò però di cui oggi abbiamo più bisogno è amare quella Chiesa di cui siamo parte. E non si tratta di amare l'idea che abbiamo di Chiesa ma di quella costruzione, di quel cammino, di quel tempio che è tempo di cui siamo pietre vive.

13/11/16

Letture: Ml 3,19-20; Sal 97; 2 Ts 3,7-12; Lc 21,5-19


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie