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20/11/16 - SOLENNITA' DI CRISTO RE


Abbiamo seguito Gesù nel suo cammino verso Gerusalemme dove va a dare la vita secondo il racconto di Luca che ci ha guidato per un intero anno, ed eccoci alla meta. Anche noi sotto la Croce. Qualcuno ancora incredulo: "Ha salvato altri, salvi se stesso" non comprendendo che la via di salvezza dell'eletto, del Cristo non è altra.
È prendere su di sé il nostro fallimento esistenziale per riscattarci dalla morte. In tanti modi prolunghiamo lungo la storia, lo dice la derisione, l'aceto, la sofferenza nei tanti crocifissi che una umanità disumana causa nelle guerre, negli odi, negli egoismi… Ma sopra di Lui è scritta la verità: "Costui è il re dei Giudei". Un re che non manda i suoi sudditi a morire per consolidare il suo potere ma dà la vita perché diventiamo cittadini del Regno inaugurato nella sua persona dove non la morte ma la vita, non l'inimicizia ma la fraternità, non il potere ma il servizio diventano la Costituzione, la Magna Carta del mondo nuovo.
Ci sono anche due crocifissi con Lui. Possiamo riconoscerci o nella disperazione che maledice o in chi, partendo dalla sofferenza meritata o immeritata, prega: "Gesù ricordati di me" e riceve la risposta che dice il perché della sua venuta, della sua vita, della sua morte: "Oggi con me sarai in paradiso", riportati a quella situazione iniziale (l'eden) in cui Dio ci aveva posti nell'armonia del creato da conoscere e abitare, nell'amicizia con Dio, capaci di amore fecondo e fedele. E questo "oggi" che comincia adesso, con la nostra fede nel suo dono, diventerà la nostra eternità.
È proprio questa la questione: la fede. Abbiamo sentito come le antiche tribù d'Israele, diventando popolo attorno a Davide, pongono la garanzia del loro futuro. È attorno a Cristo, il Re che noi riconosciamo, che anche noi diamo garanzia, come suo popolo, al nostro futuro. Le salvezze che ci vengono dalle varie signorie imperanti, dai vari re improvvisati che ad ogni angolo promettono benessere e salvezza, sono spesso promesse che garantiscono attraverso le nostre necessità, non il nostro ma il loro futuro.
Riascoltiamo Paolo: "Egli – quel Gesù che vediamo crocifisso per noi – è il capo del corpo che è la Chiesa". Egli è il principio, il nucleo costitutivo del nostro essere ed operare, la legge che salva la vita personale, comunitaria del mondo intero. Egli, dice San Paolo, è quella pace di cui avvertiamo il bisogno proprio perché sotto il segno della paura nel constatare come questo mondo insensatamente procuri tanto pianto nell'umanità. Sotto la Croce nasce spontaneo e doveroso il Grazie, la Eucaristia, luogo e momento in cui Egli riversa in noi il sangue versato, quella vita divina che ci rende concittadini dei Santi, fratelli nel Regno che viene.

20/11/16

Letture: 2 Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43


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don Ezio Stermieri
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