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30/7/17 - XVII Domenica t.o. anno A


Di domenica in domenica il Vangelo di Matteo ci interpella sul nostro essere cristiani, se il cammino della vita è un avvicinarci al contenuto della predicazione di Gesù: il Regno dei Cieli. Così anche oggi. “Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto”. Non è che Dio giochi con noi a nascondino. Ci rivela piuttosto che nel campo della vita con tutto il suo da fare c'è un tesoro, una qualità che dà senso, sapore, luce alla vita stessa. Il tesoro è la vita eterna al termine del percorso e il sapere che nulla è inutile, orienta, sostanzia della vita di Dio ogni azione, pensiero, gesto quotidiano.
È necessario dunque trovare il tesoro, la perla preziosa della Fede, colorata di speranza, con la durezza della carità che vale più di tutto l'avere che possiamo ammucchiare, il potere che possiamo raggiungere, la soddisfazione dei desideri dell'io egoistico che vorremmo consolidare. Il regno – continua Gesù – è come una rete gettata da Dio nel mare della vita. Prezioso questo suo agire! Da una parte ci sentiamo protetti dalla sua provvidenza, facciamo concreta esperienza del Regno appartenendo alla Chiesa e, nello stesso tempo, tutto ciò che è il mare della vita ci raggiunge, diventa lo spazio del nostro operare, ci salva dalla morte nel mare stesso della vita.
Alla fine, continua Gesù, saremo tirati alla riva dal suo amore eterno e l'impegno quotidiano ci avrà salvati dall'essere gettati in quella fornace, dice il Vangelo, della disperazione per aver disperso e sprecato la vita. Si tratta, conclude Matteo riportando Gesù, di essere e diventare saggi, di discernere tra le cose di sempre e le novità della vita, quanto ci conduce a non esser vissuti inutilmente e morire come un finire un'esistenza della quale abbiamo capito poco o niente.
La prima lettura dal Libro dei Re ci porta l'esempio concreto di Salomone che di fronte alla vita chiede il Bene del discernimento, quella sapienza che è dono di Dio e rende docile il cuore, giusti i comportamenti, capace di distinguere il bene dal male, al timone della propria esistenza e non allo sbaraglio nel vivere.
Le parole di Paolo alla prima comunità di Roma diventano preziose e riassumono la valutazione di tutta una vita con quanto le è inerente: “Noi sappiamo (non siamo solo a livello di ipotesi!) che tutto concorre al bene per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno”. Ma non è sufficiente la chiamata, è necessario la risposta, l'avvicinarsi giorno per giorno a Colui che si è fatto missionario del Padre per dare salvezza ai nostri giorni.

30/7/17

Letture: 1 Re 3,5.7-12; Sal.118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52


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don Ezio Stermieri
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