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10/9/17 - XXIII Domenica t.o. anno A


Campo parrocchiale a Susa

Riuniti in questi giorni per tracciare un cammino, evidenziare priorità, superare la tentazione di una fede individualista, facciamo la gioiosa scoperta che a riunirci non è stata la nostra buona volontà o senso di responsabilità ma il Signore Risorto.
Qui, nell'ascolto della sua Parola, nello spezzare il pane è Lui stesso la "via" da continuare a percorrere, la Verità da ascoltare per non essere sommersi dalle nostre o altrui chiacchiere, la vita che rinnova, sostiene, entusiasma la vita. Egli ci fa sua Chiesa, nonostante i nostri limiti: "Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te". Non è forse la prima cosa che facciamo riuniti in assemblea, riconoscerci peccatori? Ebbene lo stesso "limite" diventa sorgente di amicizia, fraternità che ammonisce, che mostra la strada e, se dà il caso, affida al Signore perché crei nuove occasioni di ravvedimento: "sia per te come un pubblicano".
Qui Egli ci affida il compito che supera il nostro piccolo mondo e arriva nel vasto mondo in cui siamo posti: legare tutto ciò che è buono; sciogliere ciò che è male, inquina, corrompe, degrada l'umanità. È il perché di ogni dimensione pastorale, sia della catechesi, che della carità, che della vita di preghiera dove ciò che è fatto è offerto a Dio e riconosciuto come dono suo.
Qui, direi proprio guardandoci, conosciamo la verità più profonda di chi siamo, perché ci siamo, come dobbiamo essere e diventare: "Dove sono due o tre (non rattristiamoci del poco!) riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro". Di questa presenza siamo testimoni. Il problema è, e ben vengano queste giornate, di essere credibili.
Qui, Dio con la sua parola riassume e precisa il compito del credente posto nel vivere sociale: essere sentinella. Al di là dell'immagine, la realtà è di avere il discernimento di che cosa è prioritario perché ciò che è male non inquini ogni settore della vita e il bene diventi contenuto educativo, formativo perché i principi attivi positivi abbiano la meglio sui tanti virus che intaccano la vita dell'uomo. Compito enorme che coinvolge ogni età, ogni educazione, ogni dimensione della fede.
Abbiamo anche ascoltato un augurio che da Paolo arriva alla prima comunità di Roma e di lì parte, attraversa i secoli e arriva a noi per questo 2017-2018, anno pastorale: "Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole: perché chi ama l'altro ha adempiuto la legge". Non "legge", in senso morale. La legge della vita, della fede, della società, della famiglia, della parrocchia, la legge dell'amare il prossimo come se stesso, proprio perché scoperto che Dio mi/ci ama.

10/9/17

Letture: Ez 33,7-9; Sal.94; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20


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don Ezio Stermieri
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