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24/12/17 - IV Domenica di Avvento anno B


Poche ore e saremo nella Notte Santa, quando la notte in cui girovaghiamo al buio per trovare qualche verità anche provvisoria purché condivisa, qualche valore anche solo culturale pur di aver qualcosa che educhi, qualche certezza anche solo momentanea che renda la vita degna non solo di essere vissuta ma di essere spesa… la nostra notte diventerà giorno, luce e faremo memoria e Dio rinnoverà per noi la meraviglia: la venuta più grande dell'attesa, la nostalgia e il desiderio scelti nella gioia, lo "speriamo" viaggio verso il punto dove un bambino nato per noi porta su di sé la potenza di Dio e porta agli uomini di buona volontà la pace.
Poche ore per ultimare la disponibilità del cuore più che preparativi esteriori. La parola ascoltata ci conferma che non siamo sulle soglie di un'illusione, della speranza dei disperati. Dice anche per noi Paolo che quanto è successo e succede è che "il mistero di Dio avvolto nel silenzio per secoli eterni si è manifestato mediante le scritture dei profeti per tutte le genti perché giungano a fidarsi di Dio per mezzo di Gesù Cristo".
Questa parola ci esorta dunque a superare la tentazione così bene rappresentata nel libro di Samuele in David che nella sua avventura umana e politica pensa giunto il momento di dedicare uno spazio a Dio, in un tempio che rappresenti il coagulo della cultura, della religiosità, dei codici di appartenenza di un intero popolo nella illusione che Dio si rattrappisca nel tempo e spazio che gli dedichiamo. La sua venuta va ben al di là delle nostre attese e delle tentazioni di strumentalizzare, se fosse possibile, Dio stesso. La sua venuta deve portarci a vedere come Egli abbia guidato la nostra vita e non il caso. Viene per essere Signore della storia e guidarla perché vinca il desiderio di pace, di amore, di giustizia, di verità che Egli ha deposto nel cuore di ogni uomo, ogni cultura e religione al di là dei fanatismi, degli spergiuri e terrorismi. C'è un solo modo per fare Natale, accogliere il Cristo e ancora una volta giganteggia la figura di Maria.
Ella non cede alla tentazione di mettere Dio in un suo spazio mentale o esistenziale, è preoccupata di far spazio a Dio, di mettere a suo servizio il tempo della sua vita e la sua dichiarazione: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola" è l'unico atteggiamento per entrare nella notte che ha posto fine ad ogni notte. La notte della morte perché viene per essere risurrezione, notte del peccato perché viene per essere misericordia, notte degli odi, divisioni, prove di sopraffazione perché viene per essere principio della pace, notte della paura che contrappone generazioni, uomo-donna, autorità e popolo perché illumina l'uomo come figlio di Dio e dunque legati da un principio di fraternità. Egli viene e non trova spazio eppure per dirci che l'universo è suo. A lui accorrono i marginali della società per dire ad ognuno che non è rifiutato. Viene e riparte dal nostro limite, dal nostro peccato, dalla nostra morte, da ogni sofferenza. Viene a dirci quanto era sospirato e sperato: "Ecco, io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

24/12/17

Letture: 2 Sam 7,1-5.8-12.14.16; Sal. 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38


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don Ezio Stermieri
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