PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

12/8/18 - XIX Domenica t.o. anno B


La mormorazione dei Giudei, riportata da Giovanni di fronte alla dichiarazione di Gesù di essere Lui il Pane disceso dal Cielo mentre essi sostengono di sapere per filo e per segno qual è la sua famiglia, non è lontano dall'atteggiamento odierno di tanti che anziché aprire l'intelligenza e la vita all'operare di Dio tentano di ricondurre Dio, Cristo, alla ristrettezza della ragione umana, come se tutto si riconducesse a quanto si misura, constata, comprende.
La risposta di Gesù è di segno contrario. "Non mormorate. Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Ecco, è tutto qui. La dimensione religiosa è attrazione che ha per protagonista Dio stesso che, essendo Amore, attira. Ha come risposta l'uomo che si fida della Parola di Cristo, verità ultima sulla vita, la morte, il tempo dell'uomo. Unirsi a Lui e Lui a noi, lo stesso morire, non è che entrare nella pienezza della vita. Che cosa diventa il tempo della vita per un cristiano? Lasciarsi istruire da Dio. Tutta la sua Parola raccolta nella scrittura diventa il percorso raccontato di come siamo usciti dalla mano di Dio che non ci rovescia nella morte, di come sia dalla nostra parte se assetati e affamati di giustizia, di come ci abbia voluto e costruito liberi perché potessimo cercare la verità e di come la sua parola, incarnata, sia divenuta nutrimento, Pane della nostra vita perché, risanati dalla morte intesa come fine di tutto, senza di Lui, facessimo del tempo della nostra esistenza uno stare, un seguire, un nutrirsi di Lui. Ed ecco la sua assicurazione: "Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Venire a Messa non è allora riducibile ad un precetto, ad un rito di appartenenza sociologica (sempre più assottigliata!). È un orientamento della stessa vita che si fa accoglienza di quanto da soli non potremmo raggiungere.
Già l'uomo dell'Antico Testamento, ne abbiamo testimonianza (prima lettura), in Elia aveva sperimentato che da solo non si sarebbe messo in salvo, scampando da tanti pericoli, se Dio non avesse detto: "Alzati e mangia". Da solo l'uomo, presa coscienza della vita, può solo dire come Elia: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita perché io non sono migliore dei miei padri". Ma con la forza del cibo di Dio raggiunge la meta.
È dunque un cibo, Cristo, che, risanando lo spirito, rassoda la psiche e dà al fisico la forza del cammino. Riascoltiamo Paolo: "Fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi". Il cristiano ha il buon profumo di Cristo, il profumo del pane. Dice infatti Paolo: "Si offrì a Dio in sacrificio di soave odore".
12/8/18

Letture: 1 Re 19,4-8; Sal.33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie