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30/9/18 - XXVI Domenica t.o. anno B


Abbiamo, nel nostro piccolo, sotto i nostri occhi, il realizzarsi di quanto fu nel cuore di Mosé e che nella prima lettura abbiamo udito: "Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo Spirito". Da questa prospettiva guardo a noi adulti, la cui identità cresciuta con il trascorrere della vita e delle sue esperienze diventa dovere di trasmettere il senso dell'esistenza alla generazione che cresce.
Che cosa rimane degno di trasmissione come valore, senso, orizzonte di questo oggi senza spiritualità, interiorità, coscienza se non lo Spirito di Gesù imparato alla scuola del Vangelo? È proprio del cristiano, ce lo ha riferito di Gesù l'evangelista Marco, non essere gelosi del bene proprio ma saperlo discernere ogni giorno, in ognuno che incontriamo. È dello spirito cristiano quella fraternità che scende nel minuto più che fantasticare chissà quali rivoluzioni, nel dare il bicchier d'acqua con tutto ciò che vuol dire, quell'essere esigenti non tanto con gli altri ma con se stessi richiedendosi coerenza, fedeltà, capacità di scelte.
Guardo a voi ragazzi e ragazze che avete condensato in poche righe il perché desiderate, tra di noi, ricevere la Cresima: essere designati, mandati, consacrati con l'olio per dire con il vostro diventare adulti che anche oggi è possibile fare dono di quell'unicum che ci distingue da tutti per costruire la società, la Chiesa, il mondo di domani. Da soli fareste come tanti prima di voi, vi adattereste al "si dice", al "si fa", si pensa e si giudica secondo il piattume che asfissia il vivere comune. Avete bisogno dello Spirito di Gesù che rende uno per uno un risorto, un non rassegnato, un cristiano.
Vedo voi più piccoli con lo zaino della scuola. Tra i libri che vi renderanno intelligenti e consapevoli nella scuola, io, a nome di tutta la comunità, sto per deporvi il libretto che vi insegna a parlare con il Signore, a lodarlo per il mondo, la terra, la geografia in cui ci ha posti; vi conduce a leggere la vicenda umana come un'attesa, un incontro, la costruzione della civiltà che se ha il suo Spirito che la anima non ha più paura, di niente e di nessuno.
L'alternativa, ce l'ha descritta l'apostolo, è una vita dove molti piangono la loro sorte, incapaci di riscatto per le tante povertà che affliggono l'umanità e pochi che se la godono anche se non ne hanno mai basta.
Lo Spirito di Gesù mette la gioia di fare il bene, di fare giustizia nel proprio piccolo e se saremo in tanti cambieremo il mondo. Per questo vale la pena ricominciare. Invitare i genitori ad aprirsi ai valori del Vangelo per i propri figli. Dire a tutti di allargare il senso di appartenenza. Questi ragazzi sono nostri, sono il futuro del mondo che, nonostante la nostra buona volontà, deve ancora correggersi, migliorare, capire quale sia la strada vera, la rivoluzione autentica, i paletti indispensabili per non sprofondare. Qui ogni settimana, domenica per domenica, lo Spirito di Gesù ci raggiunge e fa di noi il suo popolo.

30/9/18

Letture: Nm 11,25-29; Sal.18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48


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don Ezio Stermieri
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