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25/12/18 - NATALE DEL SIGNORE


Messa del giorno

È per noi spaesati nell'espandersi delle galassie, riconducibili ad un pugnetto di polvere, la Parola, il Verbo che ha dato inizio, che è principio, armonia del cosmo, verità contro ogni tentazione di essere gettati nel nulla; è divenuto Vangelo, bella e buona notizia: "Il Verbo si è fatto carne". Il suo Natale al tempo, alla storia di noi uomini, squarcia la notte, svela il mistero, con la sua luce brucia l'enigma dell'esistenza. Non siamo frutto di una materia, retta dal caso, in evoluzione che ci autorizza a pensare che ci siamo e che non ci saremo, riassorbiti dalla terra che ci ha generati. "Tutto è stato fatto per mezzo di Lui", in vista di Lui ed ognuno, guardando a Lui, nato da donna che ha accettato la legge del nostro esistere, scopre chi veramente siamo, quel tanto di suo che viene dall'Oltre e, diventando dei suoi, impariamo che, anche se piccola cosa, per mezzo di Lui ci raggiunge la verità di Dio, e la Grazia l'amore gratuito di cui solo l'uomo è capace: "Dalla sua pienezza abbiamo ricevuto grazia su grazia". E quel Dio che nessuno ha mai visto, proprio Lui ne è la rivelazione e quell'uomo che mai abbastanza abbiamo amato, stimato, valorizzato è invece riflesso dell'Amore di Dio, ne è figlio e per ciò stesso erede della stessa vita divina.
Siamo di fronte al più grande capovolgimento nella comprensione del mondo, della storia, dell'uomo e anche se la storia registra il rifiuto: non è stato accolto, compreso, vissuto, la luce con la quale ha illuminato l'esistenza non sarà più oscurata. "A quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". L'anelito dell'uomo verso una verità su se stesso che vinca la tentazione di abbandonarsi alla sua sola materialità, storicità con quanto di inumano combina può essere, deve essere con Lui superato verso un nuovo umanesimo, una nuova eterna alleanza con Dio riscoperto Padre. L'antico Israele si era fatto voce di questo desiderio, di una tale nostalgia di una identità smarrita: "Come sono belli – grida Isaia – sui monti i piedi del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio»". Non la morte, non il male, non l'istinto egoistico, ma la sorgente di ogni bellezza e bontà, destinata con la sua nascita a diventare fiume che attraversa, inonda, feconda, abbellisce e rende buona la vita umana.
Noi, che siamo suoi, cristiani, abbiamo il compito, vivendo di Lui, con Lui e per Lui, di essere portatori della verità prima, ultima e definitiva: "La luce splende nelle tenebre". E a noi Gesù dirà: "Voi siete la luce del mondo". Compito difficile, oggi più che mai quando l'analisi della vita, della vicenda umana, della storia umana diventa il criterio di verità con le sue contraddizioni, avendo fatto di Dio, di Cristo, del Vangelo, della vita fraterna una ipotesi della quale imparare a farne a meno. La verità è un'altra anche se si fa strada con fatica perché noi stessi siamo impalliditi e, accecati da fuochi fatui, non alziamo lo sguardo per comprendere. Ma la verità che può salvare, dare sicurezza alla esistenza è giunta fino a noi, Natale 2018: "Dio, che molte volte, e in diversi modi nei tempi antichi, aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio". Oggi più che mai ci sono necessarie le sue parole: "Voi tutti che siete affaticati e oppressi, venite a me ed io vi consolerò". Come a bambini impauriti a causa della solitudine egli nasce e rinasce per ciascuno: "Perché avete paura? Ci sono io. Io ci sono!".

25/12/18

Letture: Is 52,7-10; Ps 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18


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don Ezio Stermieri
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