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7/7/19 - XIV Domenica t.o. anno C


Tutta la vita non è altro che seguire Cristo che va verso il dono della sua vita a Gerusalemme. Conseguentemente, il cammino con Lui è diventare partecipi della sua missione, l'annuncio del Regno di Dio. Ce lo ricorda la pagina evangelica. Dopo la chiamata degli Apostoli, "designò altri 72 e li inviò davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi". Quei 72 comprendono, nel divenire della storia, anche la nostra chiamata che si diversifica nelle varie vocazioni che rendono vivo il nuovo popolo di Dio, ministri ordinati, religiosi, laici, ognuno in forza del Battesimo che ci ha immersi nell'acqua che restituisce l'uomo ad immagine di Dio e nel fuoco della missione.
Gesù caratterizza questo invio nelle dimensioni essenziali. La Preghiera, il dialogo con Dio per avere il discernimento del dire e del fare nella consapevolezza che è Lui che scegli e manda. "A due a due" per significare la novità che la stessa presenza annuncia; non più la divisione tra i fratelli ma la testimonianza che il Regno unisce le differenze nella ricchezza del dono.
Manda "come agnelli in mezzo ai lupi". La sequela non è dunque una camminata di vittoriosi ma una lotta contro quel male che divora l'umanità, la rende ostile verso l'altro, istiga alla sopraffazione, al divorarsi a vicenda, all'egoismo che segna il territorio.
Gesù chiede essenzialità, anzi povertà di mezzi perché meglio appaia che è la forza di Dio ad agire. Chiede urgenza nell'andare senza soste perditempo e perdivoglia. Invita a portare la pace, la condivisione accogliente, la reciprocità dell'amicizia. Il contenuto della missione non è luogo oscuro: "È vicino a voi il Regno di Dio". Ancora, chiede di non rallegrarsi dei successi umani. La ragione del cammino è che il nome del discepolo è scritto in Cielo.
Isaia, che aveva intravisto questo evento messianico, riassume nella gioia dell'appartenenza al Signore la fatica del viaggio: "La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi".
San Paolo poi, vero esempio di colui che sa di essere raggiunto e inviato, fa consistere la sua missione del predicare e dell'agire nell'essere tutt'uno con Cristo: "Quanto a me non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo", cioè come Lui nel dare la vita per una risurrezione dell'umanità. E augura ad ogni cristiano "la grazia del Signore nostro Gesù Cristo", nello spirito di ognuno che risponde alla chiamata e diventa "fratello" di ogni uomo.

7/7/19

Letture: Is 66,10-14; Sal 65; Gal 6,14-18; Lc 10,1-12.17-20


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don Ezio Stermieri
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