PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

2/2/20 - Presentazione di Gesù al tempio


"Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale". Così Luca, come abbiamo ascoltato. I giorni sono 40, un numero ritornante nella Scrittura. I 40 giorni del diluvio, i 40 anni del deserto verso la Terra promessa, i 40 giorni di Gesù e la vittoria sulle tentazioni nel deserto, i 40 giorni del Risorto prima di ascendere al Cielo, per noi il tempo sacro della Quaresima... Giorni che segnano e sfociano in un evento rivelatore dell'alleanza fedele e puntuale di Dio con il suo popolo. In questo giorno, racconta Luca, Gesù entra nel tempio, luogo che salda l'incontro di Dio con noi. Il bambino è l'atteso, il Messia che fa dire al vecchio Simeone che ora può chiudere gli occhi perché ha visto, fa esclamare ad Anna: è lui la salvezza.
In quel Bambino confluisce tutta la speranza dell'umanità, con quel bambino si apre un nuovo capitolo della storia che diventa storia di salvezza. In Gesù l'umanità è posta ad un bivio, una scelta: continuare a vivere nella contraddizione tra speranza di salvezza e susseguirsi di fallimenti e disillusioni o, non senza una spada che chiede martirio, testimonianza, fedeltà come a Maria e mettersi sulla via che è Lui stesso e con Lui, come attesta Luca, crescere, fortificarsi, lasciarsi pervadere dall'amore gratuito di Dio, raggiungere la sapienza, lo sguardo di Dio sulla vita, e la consapevolezza, giorno per giorno, della benedizione del Signore.
Il profeta Malachia (prima lettura) vede quel giorno, questo, come un essere raggiunti dal messaggero del Signore cercato, invocato, sperato, sospirato come un fuoco che fonde la frammentarietà del nostro essere e porta ad unità le tante dimensioni della vita, una lisciva che pulisce la sporcizia della nostra contaminazione nella materialità e mondanità per restituirci alla nostra vera immagine di figli di Dio se in quel Bambino, Gesù, abbiamo il desiderio di rispecchiarci. Allora, dice Malachia, "l'offerta della vita sarà gradita al Signore", come all'inizio, quando siamo usciti dalle mani di Dio e ha soffiato in noi il suo Spirito.
La lettera agli Ebrei ci aiuta a cogliere lo spessore, la valenza salvifica di Gesù che entra nel tempio e noi con Lui. Egli, Gesù, è Dio che si prende cura del nostro essere. Diventa in tutto simile a noi perché impariamo a diventare come Lui. Prende su di sé lontananza e miseria, paga per noi il debito contratto dall'orgoglio e presunzione di essere autosufficienti, soffre personalmente fino a sentirsi abbandonato da Dio perché con Lui, diciamo al Padre: nelle tue mani è la mia vita.
La cristianità ha letto e vissuto in questo giorno l'anticipo della Pasqua, quando, alla morte di Cristo, il velo del tempio è squarciato e il Dio nascosto come Luce illumina la nostra esistenza, il suo percorso, il suo orizzonte e la gioia di essere salvati è piena e duratura. Ecco la "candelora", l'icona di una Chiesa in cammino, in processione verso Colui che ci ha raggiunti e con la sua luce ha fatto dei nostri flebili ceri un fuoco visibile e raggiungibile dall'intera umanità. È il giorno, per ritornare a Luca, della purificazione con il fuoco di Dio. Quante scorie di ignavia, pigrizia, disaffezione, responsabile ignoranza, e perfino divisione e solitudine, scoraggiamenti da bruciare perché salga corale, limpido, gioioso il canto della fede, come di Simeone: "I miei occhi hanno visto la salvezza preparata".

2/2/20

Letture: Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie