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26/2/20 - MERCOLEDI' delle CENERI


"Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio". E poi ancora: "Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio". L'esortazione di Paolo attraversa il tempo e arriva fino a noi. Diamo inizio con l'imposizione delle Ceneri e l'Eucaristia "al momento favorevole", al "giorno" della salvezza che nella Pasqua avrà il suo compimento. La cenere sulla fronte sulla quale siamo stati segnati nel giorno del Battesimo ci mette davanti a Dio nella nostra pochezza (un po' di polvere!) e precarietà: gente dal tempo breve ma nello stesso tempo appartenenti a Colui che ha stabilito un patto, una alleanza: destinati non alla morte ma a risorgere con Cristo e così immettere la nostra fugace esistenza nella pienezza della vita eterna, a vedere la ragione, il perché siamo stati chiamati alla vita, chiamati alla fede: seguire Cristo; il perché di uno Spirito di risorti che dal profondo riassume la nostra esistenza nel dire una sola parola: Padre.
Nel Vangelo, Gesù ci indica la strada, il percorso di ritorno, conversione, ripartire da Lui. Si tratta della nostra individuale personalità che necessariamente si apre al prossimo. Un rapporto da vivere, dice la parola: nell'elemosina che vuol dire dare futuro, speranza, aiuto. Ma non per calcolo, per interesse, per formalità. Dal cuore perché è lì che guarda il Signore. Si tratta del nostro rapporto con Dio: la preghiera. Non per paura, per abitudine, per educazione ma per amore perché questo Dio cerca e per questo ha rivelato e comunicato se stesso in Gesù suo figlio, fratello nostro. Si tratta dei momenti difficili, il digiuno, quando sperimentiamo il bisogno, l'inadeguatezza, il limite. Non con faccia triste, cuore ribelle o rassegnato, scoraggiamento e desistenza. Ma come occasione per superare, mettersi alla prova, allargare mente e cuore. Con volto sereno e perfino con profumo buono che non allontana abbandonandoci alla tentazione.
Entriamo dunque in un tempo di prova, di resistenza, di anticipo della vittoria che la Pasqua reca con sé. Tempo di morte per risorgere. Da soli non ce la faremo. Ecco perché il profeta invita ad un raduno di popolo. Eccoci qui. Dove chi è avanti negli anni dice che è possibile vivere così e affrontare senza paura ogni tipo di futuro. Suono come il "corno" che dice battaglia. Suono che prelude alla tromba della vittoria: l'Alleluia pasquale.

26/2/20

Letture: Gl 2,12-18; Sal.50; 2 Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18


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don Ezio Stermieri
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