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1/3/20 - I Domenica di Quaresima anno A


Con il Mercoledì delle Ceneri siamo entrati in un tempo "sacro": la Quaresima. 40 giorni in cui Dio opera con la sua grazia per un cammino di conversione, di ritorno a Lui. Se l'esperienza da ammettere è stata di un esodo da Dio, questo è il tempo favorevole per un esodo dalle nostre schiavitù fatte di indifferenza, allontanamento, diciamolo pure: di peccato, in quanto la radice di ogni peccato sta nella presunzione di essere sufficienti a noi stessi.
E, subito, la Chiesa ci invita all'ascolto della Parola nella necessaria sosta del cammino nel giorno del Signore, la domenica. Rispecchiamo la nostra realtà nel libro della Genesi. Intanto, una verità rassicurante. Il male, qualunque forma si voglia raffigurarlo, è fuori di noi, come un serpente che insidia, avvelena; ma entra solo se la tentazione di assecondarlo o di respingerlo trova il nostro consenso. Dio ci ha fatti "buoni" e liberi. La tentazione è fin dall'inizio la stessa: essere noi, il nostro "io" a decidere ciò che è bene e male per noi stessi al di là di un bene della natura in cui viviamo, la storia da costruire, l'identità di uomini che solo davanti a Dio possono definire la propria grandezza e il proprio limite. L'errore del primo uomo e donna arriva fino a noi. Senza Dio all'orizzonte, la morte ci definisce mortali e l'inevitabile conseguenza è la vergogna di noi stessi che nessuna foglia di fico può cancellare.
Ma c'è una seconda verità, consolante. Ce l'ha ricordata Paolo: "Il dono di grazia non è come la caduta. Molto di più. Quelli che ricevono l'abbondanza della Grazia e del dono della giustizia regneranno (notiamo! Non più servi, schiavi, necessitati al male, ma signori!) nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo".
Ed ecco Gesù che ci precede in quel deserto dove tutto ciò che può distogliere dall'essenziale per allineare i valori della vita e vincendo la triplice tentazione di ognuno, ci insegna che è possibile superare il "terrenismo" che riduce tutto all'avere senza sosta, il taumaturgico che riduce il rapporto con Dio a cascame religioso, superstizione, sfida, il politico come unica regola di vita calpestando la legge dell'essere umani, non in lotta ma accomunati per il bene, la giustizia di tutti. Annota Matteo che "il diavolo lo lasciò". Non siamo dunque un impasto di bene e di male da accettare perché costitutivo del nostro essere. Il tempo della Quaresima dice su di noi la verità più sincera: siamo ciò che possiamo, vogliamo, dobbiamo diventare. Oso la parola. "Santi". Non più un tempo o un luogo ma persone in cui Dio agisce perché "alleato".

1/3/20

Letture: Gn 2,7-9;3,1-7; Sal.50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11


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don Ezio Stermieri
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